Il ragazzo che leggeva alle donne by Pier Francesco Gasparetto

Il ragazzo che leggeva alle donne by Pier Francesco Gasparetto

autore:Pier Francesco Gasparetto [Gasparetto, Pier Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Manni
pubblicato: 2017-02-06T23:00:00+00:00


CAPITOLO VENTESIMO

La strage

Al martedì e al giovedì vado da Dianella per i compiti. E alla domenica, ma non sempre, vado a fare merenda con loro nel giardino del Vittoria. Non sempre, perché certe domeniche sono a Vigevano, dai nonni. Nelle domeniche in cui sono ad Andorno, dal muretto del giardino del Vittoria che guarda sul terrazzo della zia Triestina, mi chiamano. Non aspetto altro. Oltre al resto, l’alternativa sarebbe di rimanere tutto il pomeriggio ad ascoltare i discorsi di mia madre e della zia, sfogliare le annate rilegate della Domenica del Corriere o dell’Illustrazione del Popolo dello zio Alessandro, e il pomeriggio non finisce mai. Ci vado di corsa, anche se la zia scuote la testa senza commenti, li farà con mia madre, e andranno avanti, mia madre a dire che colpa ne hanno i figli, fanno pena poverini, la zia a dire non è il caso che siamo proprio noi a consolarli, a me invece non fanno nessuna pena, ci sono ben altri che invece mi fanno molta più pena.

Ma ci vado lo stesso. Anche se li ho tutti contro. Non solo la zia, ma tanti altri, a cominciare da scuola e dall’oratorio dove mi danno del fascista, persino il vice non mi tratta più come una volta. E persino le tote, che all’inizio mi spingevano ad andare da Dianella, e volevano poi sapere tutto per filo e per segno che cosa si era detto che cosa si era fatto, ora si limitano a dire: «Ah, ci sei andato di nuovo?», che è proprio come dire, Se non ci andavi era meglio.

Certo, hanno ragione. Era già brutto prima, ma ora è peggiorato tutto, di molto. I repubblichini si sono incattiviti da quando sulla strada di Biella i partigiani hanno fatto rotolare massi sulla loro camionetta facendo finire all’ospedale chi c’era sopra. Non li vedi più in giro per il paese, entrare nei negozi, prendere un caffè o farsi un bicchierino al Bar Centro o al Caffè Delpiano, o a cercare di attaccare discorso con la gente, insomma a cercare di rendersi simpatici o perlomeno non così antipatici, no, ora se ne stanno rintanati alla Villa Billia, quando escono lo fanno sulle loro camionette, con i mitra spianati, ogni tanto sparano qualche colpo in aria, anche se non vedono pericoli, ma la gente non può sapere se sparano a caso o con motivo, così le strade si svuotano subito quando passano, insomma era già poco bello prima, ma ora non è più vivere.

E a Biella, venerdì scorso c’è stato un fatto gravissimo, una strage. In piazza Quintino Sella hanno fucilato ventitré partigiani, il più giovane aveva diciassette anni, il più anziano ventiquattro. Li hanno fucilati proprio davanti la scuola dell’Avviamento, poi hanno allineato i morti contro il muro della scuola e obbligavano la gente a guardarli, «Guardate, guardate come muoiono i banditi, i traditori», gridava un ufficiale. E quando a mezzogiorno sono usciti i ragazzi da scuola, voleva che guardassero anche loro, tanto che persino un milite aveva detto: «No!



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